Trappole comportamentali: regole per evitarle
Trappole comportamentali: Per gli esperti di finanza comportamentale gli operatori sui mercati finanziari non prendono decisioni seguendo la ragione
Trappole comportamentali: regole per evitarle – Lo studio dei comportamenti degli operatori sui mercati finanziari prende il nome di finanza comportamentale e segue una prospettiva che privilegia l’analisi e la descrizione dei fattori psicologici individuali e interpersonali implicati nei vari processi decisionali
Questa disciplina scientifica nel corso degli anni ha tentato sempre di più di spiegare fenomeni non razionali manifestati frequentemente dagli operatori del settore giungendo ad una importante considerazione: gli operatori non agiscono seguendo i principi economici razionali ma sono influenzati da variabili quali le esperienze passate, le credenze, il contesto, il formato di presentazione delle informazioni e l’incompletezza informativa. Inoltre quando abbastanza individui mostrano comportamenti che divergono dalle aspettative razionali, può darsi che questi comportamenti abbiano effetti sull’intero mercato.
Sappiamo che il cervello umano si è sviluppato adattandosi nel corso dei millenni alla realtà circostante, creando delle regole empiriche, dette euristiche, che ci aiutano nella soluzione dei problemi quotidiani, tuttavia se queste euristiche possono andar bene nella vita di tutti i giorni, in ambito finanziario possono portare ad errori anche molti costosi. Lo scopo della finanza comportamentale è quello di capire come certi comportamenti posso influenzare determinate decisioni di natura finanziaria e cercare di eliminare le cosiddette trappole comportamentali.
La paura ad esempio è un sentimento che può risultare determinante in tante scelte. Se quest’emozione è funzionale di fronte a grandi pericoli quando si tratta di patrimoni mobiliari e di investimenti la paura diventa un’insidia, infatti quando un investitore è prigioniero delle sue emozioni è il peggior nemico di se stesso. Accade sempre che nelle fasi di grandi guadagni delle borse gli stati d’animo siano di euforia e di ottimismo invece nelle fasi ribassiste gli investitori siano preda della paura e del panico. Questo comporta che l’investitore entri sui mercati quando la borsa è prossima ai massimi e si sbarazzarsi invece dei propri investimenti quando i mercati si avvicinano ai minimi. Questo accade perché nei mercati finanziari le paure sono il risultato di ciò che è accaduto in passato dove il dolore delle perdite subite ha la meglio sulle aspettative del futuro.
Non è facile controllare se stessi con una mente auto-critica ed è per questo che diventa indispensabile affidarsi a un consulente finanziario il quale aiuta a sviluppare il pensiero critico e la buona logica nell’esercizio della gestione dei risparmi. Infatti portafogli autogestiti hanno mediamente risultati peggiori di quelli affidati a un consulente perché oltre alla sua conoscenza del mercato un consulente sa anche gestire le emozioni degli investitori. Il suo distacco emotivo gli permette di prendere decisioni più ponderate sia in fase di euforia sia quando l’investitore preso dallo sconforto rischia di sprecare le migliori condizioni di acquisto.
Per poter combattere le trappole mentali, oltre ad affidarsi ad una persona esperta del settore, basterebbe seguire alcune semplici regole come ad esempio non cercare di avere sempre ragione, quando si tratta di investimenti è sempre meglio non esagerare con la fiducia sulla propria capacità di giudizio; non seguire il gregge, meglio resistere alla tentazione di sentirsi al sicuro solo perché ‘così fanno tutti’; evitare di consultare spasmodicamente il proprio portafoglio confrontandolo con le notizie finanziarie o l’andamento dei mercati; evitare di acquistare un titolo solo perché il suo valore è salito: i titoli salgono per vari motivi uno dei quali è perché tutti credono che salgano; cercare di diversificare il più possibile.